La Spagna sotto pressione

All’attenzione dell’analista geopolitico, che non usa particolari filtri nelle sue osservazioni, limitandosi ai semplici dati di fatto, non può mai sfuggire nessuna rilevante coincidenza geografica e temporale. Ora, solo negli ultimi dieci giorni e quindi in un brevissimo spazio di tempo, è accaduto che uno stesso Paese, la Spagna, si sia trovata a dover fronteggiare un duplice violento attacco, anche se certamente di assai diversa natura e gravità, certamente è impossibile porli sullo stesso piano. Prima nell’exclave di Ceuta, dove il 7 agosto, dopo i reiterati tentativi dei giorni precedenti, un gruppo assai meglio motivato e organizzato, composto da circa mille persone armate di sassi e bastoni, è riuscito ad aprirsi con la forza un varco tra le linee di sbarramento delle forze di sicurezza marocchine e spagnole. Poi, tra il 17 e il 18 agosto, ben due attacchi terroristici di matrice fondamentalista prima a Barcellona e poi a Cambrils. Va sottolineato non solo il numero di terroristi, almeno dodici, coinvolti complessivamente in questi due gravissimi episodi, ma anche l’esplosione la sera prima di un’abitazione ad Alcanar dove, a quanto sembra, si stava pianificando un altro attentato. La Spagna è dunque sotto attacco, da parte di chi e perché resta difficile, forse impossibile, stabilire. Ma, restando nel vasto scacchiere geopolitico che più direttamente ci riguarda, non va dimenticato che Africa subsahariana, Nordafrica ed Europa, per non parlare di altre zone del mondo, sono sempre più il teatro di scontri e precise rivalità geopolitiche provenienti da molto lontano. Come ad esempio quella che contrappone sempre più vistosamente l’Arabia Saudita al Qatar, con l’accusa reciproca di finanziare, in diverse aree geografiche, le une o le altre organizzazioni fondamentaliste.

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